Dopo gli impeccabili completi blu e l'aria trasandata degli ultimi tempi, Berlusconi sta studiando nuove maniere di presentarsi al suo pubblico.
Per lunghi anni Silvio Berlusconi è apparso agli italiani in completo blu, cravatta di seta, sfondo azzurro, luci televisive, voce suadente: stile convention. Da qualche tempo compare all'improvviso nei mercati, trafelato, sbraitando, senza cravatta, con una giacca enorme, girocollo nero alla Rififì, emanando un forte odore di bucce di mandarino. Gli esperti di comunicazione sono sorpresi e ammirati. "Dice da anni sempre le stesse quattro cazzate", spiega Ron Hathaway, il guru delle campagne politiche americane, "tipo 'La magistratura mi perseguita', ma nessuno ci fa caso perché tutti sono concentrati sul suo modo di dirle.
È un genio assoluto della comunicazione, l'unico ad avere capito che è una scienza: come dire cazzate senza farsi beccare. Per farvi un esempio, se un politico appare nudo in televisione e inneggia al nazismo indicandosi i genitali, potete scommettere che il giorno dopo nessuno farà caso alla sua adesione al Terzo Reich, e tutti si chiederanno perché fosse nudo e soprattutto perché si indicasse i genitali. L'unico problema della strategia di Berlusconi", conclude Hathaway, "è che se abitua il pubblico a sorprese continue, sarà costretto a inventarsi sempre qualcosa di nuovo".
È dunque prevedibile che la fase 'piazze e mercati' esaurisca presto la sua spinta propulsiva, e che Berlusconi stia preparando (insieme al suo staff di comunicatori, presieduto da Hathaway) nuove maniere di presentarsi al suo pubblico. Vediamo le più probabili.
Vecchio frac Berlusconi si mostrerà in pubblico solo verso l'alba: una figura elegante, misteriosa, in frac e cilindro, che percorre la città e indugia quando attraversa i ponti, e si ferma a osservare amaramente il fiume dal parapetto. Soltanto i rari passanti che lo incroceranno, avvicinandosi, potranno udirlo mentre mormora tra sé e sé, scuotendo il capo, di essere perseguitato dalla magistratura.
Dannunziano In divisa da aviatore della prima guerra mondiale, baffetti alla Clark Gable, sorriso spavaldo, massimo sprezzo del pericolo, Berlusconi sorvolerà in biplano, ripetutamente, le principali città italiane, a bassissima quota, lanciando migliaia di volantini con la scritta "La magistratura mi perseguita".
Underground In blue-jeans col cavallo basso, anfibi, chiodo, Berlusconi traccia sui muri di Milano e Roma centinaia di enormi scritte: "La magistratura mi perseguita". Per evitare noie legali o fastidiose contestazioni, prima di tracciare ogni graffito acquista il relativo palazzo. Come fuori programma, un paio di incursioni nel metrò di piazza San Babila, rappando nei sottopassaggi "La magistratura mi perseguita" nel modo più informale, accompagnato dalla Filarmonica di Vienna affittata per l'occasione.
Pazzo Berlusconi, armato fino ai denti, fa irruzione in alcuni condomini popolari delle principali città italiane. Asserragliato in cortile, dopo avere crivellato di colpi i bidoni della spazzatura e i panni stesi, griderà alle massaie che non intende fare del male a nessuno, ma si trova costretto a comportarsi in quel modo perché è perseguitato dalla magistratura.
Porta a porta Berlusconi, vestito con eleganza, eleganza informale, suonerà al campanello di elettori scelti a caso. A chi gli apre, con un largo sorriso, dirà "Non vorrei disturbarla, signora. Le rubo solo cinque secondi. Volevo avvertirla che sono perseguitato dalla magistratura".
Clochard Berlusconi si addormenterà sulle panchine dei giardini, vestito da clochard, sotto una nevicata artificiale prodotta da decine di cannoni. Lo sveglierà un bambino, stupito di trovare un barbone sepolto dalla neve, soprattutto perché è giugno e a venti metri di distanza la gente prende il sole a torso nudo. Berlusconi si scrollerà la neve di dosso, si stropiccerà gli occhi e accarezzerà il bambino. Dicendogli dolcemente: "Lo sai perché mi trovo qui, bambino, rischiando l'assideramento, affamato, senza soldi? Perché sono perseguitato dalla magistratura".
Sunday, January 6, 2008
UN BARBONE DI NOME SILVIO (da "L'Espresso", Dec 20 - 2007)
Pubblicato da
Tomatogeezer
a
8:53 PM
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