Thursday, July 31, 2008

Riflettere, riavvia il cervello (da "repubblica.it", July 31, 2008)

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Gli esperti: esplorare la mente aiuta a non ingolfarla con gli affanni quotidiani. Isolarsi per dedicarsi ai propri pensieri ci salva dallo stress.





C'è voluto uno degli strumenti principe della comunicazione globale, per giunta puntato sul personaggio oggi maggiormente esposto nei media, per rilanciare il valore della solitudine, del quarto d'ora di pausa da dedicare tutti i giorni a se stessi per pensare e ricaricarsi. Il lungo microfono dell'emittente americana Abc che sabato scorso ha rubato una conversazione privata tra il candidato premier americano Barack Obama e il capo dei conservatori inglesi David Cameron ha rivelato al pianeta che anche gli uomini politici più impegnati ambiscono a tenere ogni giorno uno spazio bianco nell'agenda. Per smettere di lavorare e riflettere.

Quella mezz'ora di solitudine assoluta può rivelarsi una risorsa straordinaria per chiunque, non solo per i leader politici, ma bisogna saperla vivere al meglio. Come? Intanto spegnendo tv, computer e telefonino e magari facendo una bella passeggiata. Per dedicarsi esclusivamente a pensare. "Io la chiamo ascetica metropolitana. Perché si può esercitare anche nei luoghi del nostro quotidiano, nelle nostre città", spiega Duccio Demetrio, professore di filosofia dell'educazione a Milano Bicocca, tra l'altro autore di due libri intitolati "La vita schiva" e "Filosofia del camminare".

"Ritagliarsi spazi per pensare - prosegue Demetrio - fa anche bene da un punto di vista neurologico, perché aiuta la mente a non fare cortocircuito, a non ingolfarsi di vita affannata, quotidiana. E fa bene perché ci decentriamo dalle occupazioni più consuete per esplorare altre possibilità della mente e del pensiero, assicurandoci una ricarica di energia vitale".

La Bbc, in un servizio, ha indicato cosa fare e cosa evitare per permettersi ogni giorno una pausa di riflessione. Il rapporto con il lavoro è la prima cosa su cui intervenire e il pranzo il momento clou dei comportamenti autolesionisti. La maggior parte delle persone saltano la pausa di mezzogiorno, qualcuno la comprime in dieci minuti piazzandosi con un panino in mano davanti al computer. "Dobbiamo fare in modo che i lavoratori escano all'ora di pranzo - dice David Hunter, della Lifelong learning Uk, un grande centro inglese di consulenza per operatori del settore dell'istruzione - Se lasci la tua scrivania per andare a farti un giro in strada, torni con la mente più fresca e meglio disposto al lavoro".

Non è importante mangiare fuori, al ristorante, si può anche consumare il pranzo velocemente, ciò che conta è appunto farsi una passeggiata. "Va bene anche andare al parco a guardare i passeri - dice ancora Demetrio - Sedersi al tavolo di un bar, magari scrivere una pagina del proprio diario, su carta ovviamente. Non bisogna fare niente di eccezionale. L'importante è essere soli". Secondo Giorgio Maria Bressa, docente di psicobiologia del comportamento umano a Viterbo, non è tanto importante essere soli e nel silenzio quanto essere capaci di ritagliarsi spazi a propria dimensione. "Anche durante la riunione di un cda - dice - Sapersi isolare per pensare ha a che fare con il controllo dell'ansia. Chi ha un rapporto ansioso con il tempo non riesce a staccare. Già nel primo, agognato, giorno di ferie lo vedrete mettere mano al cellulare per controllare se è acceso".

Riguardo ai luoghi e alle situazioni migliori per pensare, Tony Buzan, cognitivista che ha inventato le mappe mentali, forme di rappresentazione grafica del pensiero, spiega di aver chiesto a molte persone dove fossero quando hanno avuto grandi idee. "Al di là dell'età, della razza e dell'educazione hanno tutti indicato le stesse cose: nella doccia, sempre in bagno ma a farsi la barba, nella natura a passeggiare, a letto prima di addormentarsi o appena svegli, in viaggio, in un momento d'ascolto di musica classica". Tom Hodgkinson, fondatore della rivista inglese Idler, che da quindici anni esplora modi alternativi di vivere e lavorare, mette invece in guardia sui comportamenti da evitare. "La tendenza delle grandi aziende - spiega - è quella di tenerci sempre impegnati. E quando non abbiamo nulla da fare ci distraiamo con una quantità infinita di media, come la tv, le e-mail e internet in generale". E così si finisce per non staccare mai, per non riflettere. "È necessario invece capire - prosegue Hodgkinson - che pensare è importante. È ciò che ci rende umani".


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Tuesday, July 22, 2008

Questi fuorilegge dei banchieri (da "altraconsapevolezza.it", July 22, 2008)

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Se il povero commerciante non emette uno scontrino si trova la finanza a casa, le banche invece possono permettersi di lucrare illegalmente miliardi di euro e farla franca. Per cinquant’anni hanno praticano l’anatocismo (calcolo degli interessi sugli interessi), espressamente vietato dal codice civile, art. 1283. La sentenza del 2004, numero 21095, della Cassazione, non lascia dubbi su questa pratica scorretta.
Ben cinque norme del decreto Bersani sono state puntualmente disattese: l’elusione della simmetria dei tassi ha consentito un illecito di 5,9 miliardi di euro; la portabilità dei mutui non è stata praticata dalla maggior parte delle banche e nemmeno la rinegoziazione; i costi di chiusura dei conti sono stati abrogati, ma i soldi sono stati recuperati addebitando ulteriori costi nel trasferimento di titoli; nonostate l’eliminazione dei costi notarili per la cancellazione delle ipoteche, molte banche hanno continuato a chiedere sino a mille euro.





Una trattativa con l’ABI imponeva riduzioni per i mutui contratti prima del 2001, ma il vincolo non è stato preso in considerazione e sono persino state incassate penali non dovute. Ora devono finire di rimborsare i clienti, ma ne hanno subito approfittato per applicare commissioni illecite.
Con gli swap sono state truffate centomila aziende italiane e molte amministrazioni pubbliche si sono trovate nei guai a causa dei derivati, che sarebbero dovuti servire da garanzie.
Recentemente sono stati 120 mila i pignoramenti di case per rate di mutui non esigibili, appioppati alla gente a tasso variabile quando i tassi erano ai minimi storici.
Insomma, fidarsi è bene, ma non fidarsi delle banche è meglio.


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Tuesday, July 15, 2008

La realtà Berlusconi - parte 01 (censurato in Italia)

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Chissa' perche' e' stato censurato..... sin da bambini ci viene insegnato che se non hai niente da nascondere puoi dire (ed in questo caso, puoi far vedere), quello che vuoi.

Io mi limito a non giudicare; lascio a voi l'ardua sentenza!


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La realtà Berlusconi - parte 02

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La realtà Berlusconi - parte 05

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La realtà Berlusconi - parte 04

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La realtà Berlusconi - parte 03

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La realtà Berlusconi - parte 06

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Plis, visit her! (da "blogaprogetto.wordpress.com", July 15, 2008)

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No, Rutelli non ci bastava. Dopo la tragicomica esperienza del Rutellone nazionale (anche se Italia.it l’aveva ereditato da Stanca, e probabilmente i soldi sono in gran parte finiti in tasca ai suoi compari di IBM), torna prepotentemente in auge il portale Italia.it. Se ne occuperà una nota esperta di Rete (che invito tutti a leggere, commenti inclusi!), calze a Rete, Michela Vittoria Brambilla:

«Ho assunto io la gestione del portale Italia.It. Non ve ne posso parlare ora, la storia è complessa e ho bisogno di un pò di tempo. Ma ho istituito un comitato per le nuove tecnologie anche per dare una risposta a questi problemi»


Secondo voi quanti italiani conoscono la vera storia, i veri sprechi e le varie vicissitudini del portale Italia.it? Pochissimi. Ma il problema è un altro. Chi viene chiamato a gestire e rilanciare certi progetti non ha le competenze adatte, non conosce nessun tipo di dinamica del web.

C’è questa moda, da qualche anno a questa parte, di gestire tutto attraverso parole quali imprenditoria e soldi. Ma non si possono applicare ad ogni campo indiscriminatamente.
Perché la soluzione ce l’avrebbero sotto il naso, a portata di click, e sarebbe la più economica in assoluto: conoscere ed usufruire delle pratiche del web 2.0. Quanti blogger, quanti utenti e quante persone che ogni giorno lavorano in Internet potrebbero fare un progetto 100 volte migliore in pochissimo tempo e senza sprechi biblici? Tantissime. Cioé io non riesco a spiegarmi né ad immaginarmi come si possano spendere 45 milioni di euro per fare un sito. Per me sono tantissimi già 45 mila…!

La verità poi è anche un’altra: nessuna azienda privata pagherebbe quello che paga la pubblica amministrazione per lo sviluppo di progetti simili. I meccanismi che regolano la macchina pubblica quindi non aiutano (parlo di gare pubbliche, consulenze varie, ecc…) e i controlli sono probabilmente inesistenti. Spreco e sperpero a gogo.

Diciamo che questo portale potrebbe gioco-forza essere definito l’emblema del nostro paese: costa moltissimo e non produce nessun tipo di risultato.


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Ottimo lavoro, Yuppie! (da "blogaprogetto.wordpress.com", July 15, 2008)

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«Il premier italiano è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio - si legge nel profilo -. Principalmente un uomo d’affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali. Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006». La biografia pubblicata sul ‘press kit’ non si ferma qui: «Odiato da molti ma rispettato da tutti almeno per la sua ‘bella figura’ (in italiano nel testo) e la pura forza della sua volontà - afferma la biografia - Berlusconi ha trasformato il suo senso degli affari e la sua influenza in un impero personale che ha prodotto il governo italiano di più lunga durata assoluta e la sua posizione di persona più ricca del paese». La biografia di Berlusconi, che cita anche il fatto che da ragazzo «guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per cui faceva pagare il biglietto di ingresso», ricorda che il futuro premier italiano mentre studiava legge a Milano «si era messo a vendere aspirapolvere, a lavorare come cantante sulle navi da crociera, a fare ritratti fotografici e i compiti degli altri studenti in cambio di soldi»

Pensate se fosse successo in Italia. So che è praticamente impossibile, ma provate ad immaginarvelo. Io sarei disposto a pagare per una cosa del genere in diretta nazionale, solo per assistere alle frasi che tirerebbe fuori dopo una sputtanata simile.
Probabilmente sono stati fraintesi.


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Sunday, July 13, 2008

Urinandosi sui piedi durante la doccia si riesce a prevenire il cosiddetto “piede d’atleta” (Tinea pedis). (da "casaizzo.com", July 13, 2008)

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È vero? Ebbene, è pur vero che l’urina contiene una certa quantità di ammoniaca, e che l’ammoniaca uccide i germi. Ma non è abbastanza concentrata per uccidere tanti germi quanti attaccano il piede in estate, quando è costretto in scarpe poco traspiranti. Inoltre, urinandosi sui piedi nella doccia, l’acqua corrente tende a diluire l’ammoniaca. La risposta, quindi, è no - ma se vuoi continuare a farlo perché ti piace quella sensazione di calore ai piedi, non c’è nessuna controindicazione…

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La fotoptarmosi (da "casaizzo.com", July 13, 2008)

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Perché alcune persone starnutiscono quando passano da una zona d’ombra ad una assolata?




A me, per esempio capita. Se capita anche a qualcun altro, ebbene… tale disturbo si chiama fotoptarmosi. Io lo definisco anche lo “starnuto fotonico”. Per fare veramente gli strafighi, in inglese è noto anche come ADCHOO, Autosomal Dominant Compelling Helio-Ophthalmic Outburst…! Si tratta di un riflesso condizionato che colpisce almeno un sesto della popolazione mondiale (soprattutto i caucasici) e sembra aumentare dopo almeno cinque minuti di adattamento ad un ambiente di penombra o di buio. La causa, apparentemente, è un contatto “genetico” (e trasmissibile al 50%) tra il nervo ottico e il nervo craniale trigemino, responsabile del riflesso dello starnuto. La stimolazione improvvisa del nervo ottico “shocka” il trigemino che reagisce attivando l’impulso allo starnuto. Un’altra spiegazione è quella che chiama in causa i dotti lacrimali e le narici. Nel cosiddetto dotto nasolacrimale si raccoglierebbe l’umidità in eccesso che l’occhio produce all’esposizione improvvisa al sole. La reazione della narice causa lo starnuto. In ogni caso è bene sapere che se si soffre di fotoptarmosi, non si può diventare piloti di caccia da combattimento. E non servono a nulla nemmeno gli occhiali da sole alla Top Gun.

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Perché le caccole sono salate? (da "casaizzo.com", July 13,2008)





Chi non ha mai assaggiato una caccola alzi la mano…! La caccola è l’oziosa delizia del bambino spensierato, e a volte anche il piacere colpevole dell’adulto mai cresciuto. Sicuramente ci chiediamo tutti il motivo del sapore delle caccole: ebbene, dipende da diversi fattori. Prima di tutto, è opportuno riflettere sul fatto che la caccola è fatta di muco, e come tale è composta principalmente da mucopolisaccaridi - essenzialmente enormi molecole i cui monomeri di zucchero sono stati aminati. Le molecole si impregnano di acqua - il sapore salato arriva per osmosi. Chiaro, no? Ma pensiamo anche alla differenza di sapore e di colore tra le caccole di campagna e quelle di città: dove l’aria è più buona, la caccola è giallo-verdastra e dal sapore relativamente neutro. In città, con lo smog e le polveri nell’aria, la caccola diventa tendenzialmente nerastra e decisamente amara: il muco, in fondo, si forma propro per filtrare le schifezze che respiriamo. Il muco, quindi, è nostro amico.

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Qual è l’origine della lanugine ombelicale e perché spesso si presenta sotto forma di batuffoli color grigio-blu? (da "casaizzo.com", July 13, 2008)

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La lanugine dell’ombelico è un problema che si pone da quando l’homo sapiens ha imparato a vestirsi. Qualunque tipo di indumento, infatti, strusciando tutto il giorno contro la pelle, deposita fibre tessili sul corpo. Se l’uomo è molto peloso, l’abrasione è più accentuata (ecco spiegato perché le donne hanno meno lanugine). E siccome tutti i peli (del torso e del pube) portano all’ombelico, e spesso l’ombelico è orientato all’interno, la lanugine si deposita naturalmente nella cavità ombelicale. Il movimento, il sudore e la gravità fanno il resto. Stando seduti, l’ombelico si comprime e i batuffoli si condensano. La lanugine non ama essere disturbata. Per questo si nasconde nell’ombelico. Il mistero sta nel colore della lanugine, spesso bluastra anche se state indossando una maglia gialla o arancione. Il che è probabilmente collegato alle cellule di pelle morta mista alle fibre tessili, come dimostra l’analisi al microscopio… Un’ultima curiosità: pare che un piercing all’ombelico ne allontani per sempre la lanugine!

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