Thursday, September 25, 2008

Foto, testi e cartine oltre alle parole (da "repubblica.it", September 25, 2008)

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Da ottobre i nuovi canali arrivano in tutta Italia.
Linus: "E' il futuro".
I nuovi apparecchi per ricevere contenuti multimediali in vendita a meno di 60 Euro.





L'oggetto è piccolo come un lettore mp3, ha uno schermo sufficientemente ampio e una piccola antenna laterale. Quando si accende, però, si scopre che non è una macchinetta come tutte le altre, perché è un ricevitore per radio digitali. Anche i prezzi sono piccoli come le dimensioni, meno di 60 euro, per avere tra le mani un ricevitore che cambia le regole della radio.

Un esempio? Se ci si collega a Isoradio si ottengono non solo le trasmissioni che già oggi conosciamo, anche se in una qualità audio decisamente superiore, simile a quella del compact disc, ma anche delle immagini, le cartine con i flussi del traffico, le fotografie scattate sulle autostrade o ai caselli, informazioni testuali che arricchiscono quelle che arrivano via etere. Insomma, l'arrivo della radio digitale, più volte annunciato, sta per diventare una realtà. "Già oggi il segnale raggiunge circa il 40% della popolazione, le città principali del nord sono già coperte, assieme a Palermo", sottolinea Stefano Ciccotti, amministratore delegato di RayWay, la società che si occupa delle infrastrutture della Rai, "e dal 1° ottobre il segnale verrà trasmesso anche a Roma".

Dopo anni di lento avvicinamento, l'accelerazione di questi ultimi due anni è dovuta ad un cambiamento tecnologico, il passaggio dallo standard Dab a quello T-Dmb, che consente di consumare meno energia. "Non c'è dubbio che il futuro della radio sia digitale", dice Linus, direttore delle radio del gruppo Espresso, presenti da tempo nel Club Dab proprio per sperimentare le nuove tecnologie.

Ed infatti tra le radio che già oggi si possono ascoltare nel nuovo formato digitale ci sono Radio DeeJay, Radio Capital e m2o."Avrà un grandissimo impatto sull'utenza giovanile", sostiene Antonio Caprarica, direttore del Giornale Radio Rai "le potenzialità sono quelle dei contenuti non sincronizzati, grafica, meteo, previsioni, traffico, info personalizzate". Un universo in movimento nel quale altre novità sono in arrivo: Worldspace e Fiat hanno annunciato i ricevitori digitali sulle automobili Fiat, Lancia e Alfa Romeo, alcuni dei prossimi modelli di cellulari avranno i chip per la ricezione della radio digitale e già stanno arrivando sul mercato i ricevitori radio via Internet che non vanno collegati al pc.

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Wednesday, September 24, 2008

La parentopoli siciliana tra assunzioni e gratifiche (da "repubblica.it", September 24, 2008)

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Col governatore Lombardo continua il "banchetto" di Cuffaro.
I casi di Schifani ed Alfano. Ed ogni assessore ha 25 collaboratori.

E' anche peggio di quando Totò spartiva il bottino fra i suoi clienti. Duecento euro a chi allevava una capra "girgentana" (agrigentina) e 500 a chi accudiva in giardino un asino pantesco (di Pantelleria), un contributo "per la lotta mondiale contro l'inquinamento" a chi viaggiava in nave, 12 euro per ogni chilo di manna tirata giù dall'albero. L'ultimo assalto alla Regione è più sfacciato. Ci sono di mezzo i parenti.

Tanti. E' così che don Raffaele sta già oscurando la fama del suo predecessore sopraffatto da una velenosa guantiera di cannoli.

E' un arrembaggio. Più fratelli e cugini e più figli. E più nipoti e più compari. Non c'è più soltanto Palermo (dove Cuffaro ha il suo quartiere generale) ma c'è anche Catania (dove il boss dei boss è Lombardo) e - chissà come - in Sicilia ci saranno pure più soldi. Quelle che tecnicamente vengono definite le "risorse della nuova programmazione" sono in sostanza 6 miliardi e mezzo di euro che pioveranno sull'isola da qui alla primavera del 2013. Alla Regione si preparano a un altro grande banchetto. Con un condottiero che pubblicamente promette rigore e regole ma poi fa sempre finta di niente.

A parole annuncia rivoluzioni nella spaventosa macchina burocratica e intanto lascia i soliti noti ai loro posti, giura di ridurre da 26 a 12 le società regionali e invece non taglia mai nulla, in nome della trasparenza sceglie come assessori due noti magistrati e poi però il suo governo scivola ancora nella vergogna dei familiari più intimi assunti per chiamata diretta. Alla muta muta - zitto zitto come si dice in Sicilia - Raffaele Lombardo è in corsa per battere tutti i record nella Sicilia delle abbuffate.

Nella Regione che per la sua Sanità spende 8,5 miliardi di euro (il 30% in più della Finlandia, ha fatto notare a luglio la Corte dei Conti) tutto è come prima e più sconcio di prima. A pochi mesi dalla sua incoronazione il nuovo governatore sembra stia diventando un altro Cuffaro più smoderato di Cuffaro. Lo scandalo è diventato scandalo con Giuliana, la figlia di Giovanni Ilarda, il giudice che don Raffaele ha messo all'assessorato al Personale. Ma la lista di quei cognomi eccellenti assunti in Regione è infinita. Quelli che hanno una parentela molto stretta e gli altri, cognati, nuore, ex autisti, ex deputati "trombati".


nella foto: Raffaele Lombardo


Si comincia con Piero Cammarata, primogenito di Diego, sindaco di Palermo, e si finisce con una Misuraca (parlamentare di Forza Italia) e uno Scoma (assessore di Lombardo), con un Davola (ex autista di Gianfranco Micciché) e con un Mineo (figlio di un deputato regionale). Quasi tutti sono negli staff degli assessori. Come Rosanna Schifani, sorella di Renato, presidente del Senato della Repubblica. Era già dipendente della Regione, assunta per concorso nel '91, poi è stata "chiamata" dall'assessore alla Famiglia Francesco Scoma. O come Viviana Buscaglia, cugina del ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano. La signora, un'"esterna", è nello staff dell'assessore all'Agricoltura Giovanni La Via. L'elenco di chi si piazza lì dentro con un cognome che conta mese dopo mese è sempre lungo.

Ogni assessore può avere 25 collaboratori fra segreteria particolare e segreteria tecnica, un terzo di loro arriva da fuori l'amministrazione. Così fan tutti. Pagando ciascuno degli 8 prescelti come dirigente 41.807 euro lordi più un'indennità di 7.747 euro e un'altra di 23.500. Come minimo, i fortunati che entrano in uno staff, portano a casa 70 mila euro. Gli uffici di gabinetto si trasformano in vere e proprie segreterie politiche.

Come quella dell'assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro dell'Udc. Ha chiamato vicino a sé: Giovanni Antinoro (non parente) che era l'autista di Cuffaro; Domenico Di Carlo, segretario del braccio destro di Cuffaro, Saverio Romano; Vito Raso, amico di Cuffaro; Gianni Borrelli, ex candidato Udc amico di Cuffaro e dello stesso assessore Antinoro. Lo chiamano staff ma è una tribù.

Rispetto a tutti gli altri 21 mila dipendenti regionali quelli degli staff non firmano il cartellino, hanno un rapporto solo con il loro capo - l'assessore - e tanto per gradire per gli interni un'altra indennità annua dai 7 ai 15 mila euro.

E se nei "felicissimi" di Totò Cuffaro sembrava che non ci fossero limiti al limite, l'esordio come governatore di don Raffaele è stato segnato da nuovi aumenti per 72 onorevoli su 90. Il parlamento ha voluto altre tre commissioni, altri "gettoni", altri incarichi e gratifiche da aggiungere ai 19 mila euro lordi di stipendio per ogni parlamentare. Totale delle spese in più per le tre nuove commissioni: 200 mila euro. Nelle stesse settimane del bonus per gli onorevoli, tutti i dirigenti dei vari assessorati sono stati valutati e promossi. Il minimo in "pagella" era un punteggio di 70, tutti sono andati oltre il 90. Dai 3 ai 15 mila euro in più per ogni burocrate.

"Il mio governo è già impegnato a tagliare gli sprechi", aveva solennemente giurato don Raffaele nel giorno del suo insediamento.

Numeri e nomi raccontano come sono andate le cose. A giugno il governatore aveva proclamato che avrebbe finalmente messo mano alle 25 società collegate alla Regione, 3.546 precari poi stabilizzati e in pratica tutti amici di amici, un bel po' di altri parenti di eccellenti siciliani, tutti entrati senza concorso. A luglio e a settembre ha ripetuto il proclama. Le 25 società sono sempre lì, una dependance della Regione Sicilia che conta quasi gli stessi impiegati che ha la Regione Lombardia.

Sulla carta si occupano di tutto. Trasporti. Informatizzazione. Patrimonio artistico. Qualche mese fa una società ha pubblicato un avviso per comunicare l'assunzione da parte di un'altra società di 38 ingegneri. Il nome dell'altra società è stato tenuto segreto "per motivi di privacy". Poi si è scoperto che era la Sicilia e-innovazione, una struttura che gestisce almeno 300 milioni di fondi europei e statali. Ma Lombardo non prende decisioni. Parla, parla ma non si mette mai contro nessuno. Immobile come una statua, assiste alle scorrerie nel gorgo di Palermo.


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Monday, September 22, 2008

Da domani la Terra è in rosso (da "repubblica.it", September 22, 2008)

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L'allarme degli scienziati. Dal legno all'acqua, cominciamo a consumare le riserve.
Le proiezioni delle Nazioni Unite: senza misure, nel 2050 le finiremo il primo luglio.


Da domani viaggeremo con i conti in rosso, consumeremo più risorse di quelle che la natura fornisce in modo rinnovabile. Ci stiamo mangiando il capitale biologico accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della vita: nemmeno un super intervento come quello del governo degli Stati Uniti per tappare i buchi delle banche americane basterebbe a riequilibrare il nostro rapporto con il pianeta. Il 23 settembre è l'Earth Overshoot Day: l'ora della bancarotta ecologica.

Il giorno in cui il reddito annuale a nostra disposizione finisce e gli esseri umani viventi continuano a sopravvivere chiedendo un prestito al futuro, cioè togliendo ricchezza ai figli e ai nipoti. La data è stata calcolata dal Global Footprint Network, l'associazione che misura l'impronta ecologica, cioè il segno che ognuno di noi lascia sul pianeta prelevando ciò di cui ha bisogno per vivere ed eliminando ciò che non gli serve più, i rifiuti.

Il 23 settembre non è una scadenza fissa. Per millenni l'impatto dell'umanità, a livello globale, è stato trascurabile: un numero irrilevante rispetto all'azione prodotta dagli eventi naturali che hanno modellato il pianeta. Con la crescita della popolazione (il Novecento è cominciato con 1,6 miliardi di esseri umani e si è concluso con 6 miliardi di esseri umani) e con la crescita dei consumi (quelli energetici sono aumentati di 16 volte durante il secolo scorso) il quadro è cambiato in tempi che, dal punto di vista della storia geologica, rappresentano una frazione di secondo.

Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità. Il primo anno in cui l'umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità del pianeta è stato il 1986, ma quella volta il cartellino rosso si alzò il 31 dicembre: il danno era ancora moderato.


Nel 1995 la fase del sovraconsumo aveva già mangiato più di un mese di calendario: a partire dal 21 novembre la quantità di legname, fibre, animali, verdure divorati andava oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi; il prelievo cominciava a divorare il capitale a disposizione, in un circuito vizioso che riduce gli utili a disposizione e costringe ad anticipare sempre più il momento del debito.

Nel 2005 l'Earth Overshoot Day è caduto il 2 ottobre. Quest'anno siamo già al 23 settembre: consumiamo quasi il 40 per cento in più di quello che la natura può offrirci senza impoverirsi. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, l'anno in cui - se non si prenderanno provvedimenti - il rosso scatterà il primo luglio sarà il 2050. Alla metà del secolo avremo bisogno di un secondo pianeta a disposizione.

E, visto che è difficile ipotizzare per quell'epoca un trasferimento planetario, bisognerà arginare il sovraconsumo agendo su un doppio fronte: tecnologie e stili di vita. Lo sforzo innovativo dell'industria di punta ha prodotto un primo salto tecnologico rilevante: nel campo degli elettrodomestici, dell'illuminazione, del riscaldamento delle case, della fabbricazione di alcune merci i consumi si sono notevolmente ridotti.

Ma anche gli stili di vita giocano un ruolo rilevante. Per convincersene basta confrontare il debito ecologico di paesi in cui i livelli di benessere sono simili. Se il modello degli Stati Uniti venisse esteso a tutto il pianeta ci vorrebbero 5,4 Terre. Con lo stile Regno Unito si scende a 3,1 Terre. Con la Germania a 2,5. Con l'Italia a 2,2.

"Abbiamo un debito ecologico pari a meno della metà di quello degli States anche per il nostro attaccamento alle radici della produzione tradizionale e per la leadership nel campo dell'agricoltura biologica, quella a minor impatto ambientale", spiega Roberto Brambilla, della rete Lilliput che, assieme al Wwf, cura la diffusione dei calcoli dell'impronta ecologica. "Ma anche per noi la strada verso l'obiettivo della sostenibilità è lunga: servono meno opere dannose come il Ponte sullo Stretto e più riforestazione per ridurre le emissioni serra e le frane".


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Saturday, September 6, 2008

VINYAN (ghost in Thai) at the Toronto International Film Festival - TIFF (da "tiff08.ca", September 06, 2008)

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Oggi, sabato 06 Settembre, ho ufficialmente realizzato un sogno che ho da tempo: partecipare ad un film festival. Essendo un grandissimo appassionato di cinema, sono riuscito ad entrare in possesso di 4 biglietti per il Festival Internazionale del Film di Toronto (TIFF - www.tiff08.ca).

Questo festival, come il Sundance Festival (San Francisco), sono tra i miei favoriti in quanto il programma offre la visione di film di un certo spessore e poco "commerciali" (per commerciale intendo il classico film Hollywoodiano: sparatorie, inseguimenti, vetrine infrante e lieto fine con il buono che normalmente prevale sul cattivo o la classica commediola da quattro soldi).

Purtroppo non sono riuscito a procurarmi il biglietto per il tanto atteso "Gomorrah" di Roberto Saviano o "Food. Inc" scritto in seguito al libro "Fast food nation" (che ho letto.... si uno dei pochi che sono riuscito a portare a termine).
In compenso pero', mi sono azzardato di visionare "Vinyan", che al termine del film ho scoperto voler significare "fantasma" in thailandese.

Film intenso ambientato in una Thainlandia del dopo tsunami ancora in fase di riassesto la cui trama, la fotografia ed i suoni sono in perfetta sintonia. Il film racconta di una coppia che ha perso il figlio durante lo tsunami e che sono rimasti in Thailandia, covando la speranza che il bambino non sia morto ma rapito da trafficanti di esseri umani. In seguito al visionamento di un dvd nel quale la madre crede di aver riconosciuto il figlio, i due partono per un viaggio clandestino verso Burma nella speranza di poter riabbracciare e riportare il bambino a casa, affidandosi ad una guida locale del giro malavitoso. La ricerca della coppia si diventerà man mano sempre più allucinata e allucinante, un vero e proprio incubo che condurrà i due occidentali alla scoperta di un luogo mistico e pericoloso.

(dal sito del Film Festival di Venezia - articolo di Federico Gironi)
L’ossessione del personaggio della madre per il ritrovamento del figlio assume valenze chiaramente sociologiche nel suo essere occidentale e rifiutare i bambini locali che gli vengono spacciati per il suo e ancor più chiaramente psicanalitiche nel suo abbracciare la follia e nei gesti che compie in un finale che non andiamo a spoilerare per ovvie ragioni.
L’ambizione è tanta quindi, qualcuno potrebbe dire troppa. Ma è innegabile che du Welz abbia il manico registico per non sfilacciare troppo una vicenda tanto complessa nella sua semplicità e che nei simbolismi che mette in gioco sia in grado di stimolare riflessioni di grande interesse sui meccanismi umani e di colpire con immagini di grande suggestione cinematografica. E di conseguenza, specie per quanto riguarda i ragionamenti sulla maternità che porta avanti, possiamo dire che l’ambizione di Vinyan poggi su basi più che sufficientemente solide.






(From TIFF's web site www.tiff08.ca - article written by Colin Geddes)
Torn by the loss of their son Joshua in the Indian Ocean tsunami of 2004, Paul (Rufus Sewell from Dark City) and Jeanne Bellmer (Emmanuelle Béart from Manon des sources) have remained in Phuket, Thailand. Since Joshua's body has never been recovered, they cling frantically to the hope that he has survived. Glimpsing a boy who looks like Joshua in video footage from a village of orphaned children on the Thai-Burmese border, Jeanne becomes consumed by the belief her son was kidnapped by traffickers in the chaos that followed the tsunami.

Unwilling to shatter his wife's faith, Paul follows skeptically as she throws the last of their money at a sinister smuggler who promises to take them by boat into pirate-infested waters to find their son. As a glimmer of hope lights their quest through the dark jungle, the traumatized couple is pulled into a primeval hell created by their own obsessions and mutual desperation for some sense of closure. They are the living who purposefully invade the land of spirits.

Fabrice Du Welz was introduced to Midnight Madness audiences in 2004 with his surreally twisted debut Calvaire, a survival horror tale that blended elements of Deliverance and The Texas Chainsaw Massacre. Vinyan, his triumphant second feature, was initially labelled by Internet buzz as an extreme horror film, but is actually more of a psychological descent into the unknown in which Eastern spiritual themes of despair are coupled with the type of maternal motifs found in David Cronenberg's The Brood and Nicholas Roeg's Don't Look Now.

Du Welz coaxes an emotionally fraught performance from his two strong leads, as they face treacherous terrain, unpredictable weather and a jungle filled with wild threats at every turn. The ethereal score by composer François-Eudes Chanfrault (À l'intérieur, Haute tension) and vibrant colours drawn from the landscape by cinematographer Benoît Debie (Calvaire, Irréversible) work in kaleidoscopic harmony, flooding the senses and setting the viewer up for what the director describes as a truly baroque third act.

Propelling the audience into a paranoia-filled heart of darkness, Vinyan leads to a confrontation with madness in a storm-torn jungle alive with feral children.


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